Fausta Squatriti
Testi scelti A selection from poetry and novels
Da Vietato entrare
Magro pasto d’attesa
sconfigge opulenta meraviglia
strada di punti puntini virgole
a congiungere
contorto profilo
del solo paesaggio possibile.
Ultima frontiera
all’altrui cielo e terra rivelata
nel minuscolo spazio concluso.
Che fare di neve irregolare
all’apparenza sbadata
- a parte il biancore -
assistendo a fenomeni fuori misura?
Dentro e tutto attorno
al globo stuprato
s’invita ancora il rimorso al funerale del bene?
E lo convocano per quando?
Preveggenza lasciata
a spalle troppo erette
sotto il basto della gramigna.
Involontaria saggezza
pareggia vendetta senza un suo perchè.
Da Olio santo (raccolta inedita)
Esercito di pace
abbraccia stretto scherzo di parole.
Ricchi armamenti
morti per caso morti naturali morti ammazzati
siamo a pari con
etnici stupri semplici stupri.
I primi nati sono già grandicelli.
Secolo breve
muore a gran passi
ingorda civiltà
rifiuti
nel truogolo del tempo
intrusi sulla crosta ferita
slabbrano i resti.
Fame deriva nel corpo
cibi medicine scadute in gran pompa donati
vaccini negati.
Confine confuso ritoccato armato
caute ammissioni
trine scarpette rosse berrette gioielli
per grazia ricevuta
perdonati non si sa da chi
da troppo tempo predicano succhiano
senza pagare debito:
promesse intenti e preghiere.
per il lusso dei potenti
Da Filo a piombo
Cammina e cammina
Lasciamo stare i piedi di Caravaggio:
reggono
fulgida madre esperta di rosso
guancia di velluto
luce abbagliante di figlio
tutto il suo peso di carne in drappeggio.
Un telo candido un velo un nulla
calato a volo d'uccello
in spreco di eleganza come chi
si lascia conquistare mentre conquista.
Non ci sono più lacrime per nessuno.
Levitazione sottratta e
angelicata sorgente
da sopraffini disegni prende distacco.
Le mille miglia in punta di piedi.
Da Crampi
“Il Professore entra come dovesse rendere visita a un malato grave, senza un sorriso, posa la borsa, le iniziali questa volta si fanno leggere, E.C, la donna solo raramente rilegge per esteso nome e cognome del Professore nell’intestazione delle due ricette conservate nella scatola di lacca degli anni Trenta regalatala dall’uomo amato e da lei lasciato nel timore che in futuro avrebbe, con lui, potuto annoiarsi.
Il Professore, l’Antropologa, la Volontaria,
il figlio dell’Antropologa, gli amanti, la moglie, i figli dell’amante, l’illustre clinico, il primario, l’infermiera che ha visto tutto, le due malate terminali, il bambino non amato abbastanza, personaggi di un’inchiesta giudiziaria, il macellaio, la lavandaia, il vicino di casa… tutti evocati solo per il ruolo avuto in quell’increscioso fatto di sangue occorso inspiegabilmente, che è l’esistenza di noi tutti”.